Gianni Grassi            Riflessioni e pensieri degli amici
 

Gianni e il famoso Magnum da beato porco  

In questa pagina troverete raccolte tutte le riflessioni
che ci sono state inviate dagli amici.  

Potete scrivere anche voi alla mail:  

info@giannigrassi.it  

Grazie a tutti da Silvia, Pietro e Lorenzo.  

 

Qui potete leggere la poesia scritta da Silvia
in occasione dell'ultimo compleanno di Gianni.  

Qui potete leggere la poesia scritta da Lorenzo.

 

Volevo dirvi che mi ha scritto e poi telefonato Adriana Turriziani, che è l'attuale presidente della Società italiana di cure palliative. Ha visto l'intervista a Gianni e vuole usare il documentario nei corsi di perfezionamento, e in tutti i Master in cure palliative. Forse a Gianni avrebbe fatto piacere, io andrò a presentarlo da loro a un convegno il 22 giugno. Questo lavoro continua sempre il suo viaggio...
Francesca
27 maggio 2012  


 
Ciao Pietro, ho pensato molto a te e a Silvia in questi giorni. Ultimamente mi invitano a convegni di cure palliative per parlare di ipnosi e ogni volta porto come slides i disegni di tuo papà e suoi enunciati. La scorsa settimana ero a Catania, martedì alla Sapienza e ieri a Brindisi. Ieri mi ha fatto un enorme piacere sentire l'intervento di una collega pugliese che ha portato anche lei delle frasi di tuo papà che ha trovato o sul sito o sul libro. Alla fine del mio intervento il medico che faceva da moderatore ha commentato le mie slide positivamente parlando di Gianni come se lo conoscesse. È incredibile, sono passati 6 anni e tuo padre vive ancora... come diceva: se coltivi relazioni... Comunque si è guadagnato l'immortalità. Fallo presente sia a Silvia che a Lorenzo, penso faccia loro piacere. Anzi, se senti tua mamma, dille che mi farebbe piacere avere altri disegni di Gianni da mostrare durante le mie docenze.
Bacioni, Monia
26 maggio 2012  


 
Cara Silvia, proprio il 7 febbraio ho ricevuto il libro di Gianni: mi hai fatto una sorpresa graditissima. L'ho molto apprezzato, ricordando i mesi intensi, e l'ultimo giorno (e chi sapeva che sarebbe stato l'ultimo incontro!) in cui Gianni mi parlava serenamente di come voleva salutarvi. Grazie del privilegio di averlo conosciuto meglio. Grazie del vostro ricordo: salutami tutti. Non so quando mi capiterà di venire a Roma... vi vedrei volentieri.
Un abbraccio, Suor Caterina
12 febbraio 2011  


 
Caro Pietro, partecipare all'iniziativa di ieri mi ha incoraggiato e stimolato enormemente, oltre che emozionato e coinvolto. Credo che se noi tutti ci concentrassimo un po di più sugli esempi di vita come quello di tuo padre e meno sugli esempi "sensazionali" proposti dai media potremmo cambiare molto l'attuale pericolosa tendenza della nostra società. Grazie della bellissima occasione che mi hai dato di conoscere persone impegnate a fare cose anche nell'interesse della comunità; è una iniziativa che non solo mi piacerebbe continuare il prossimo anno, ma che tenterò di emulare negli scopi alla prima occasione.
Saluti, Renato
6 febbraio 2011  


 
Gentile signora Silvia, non mi sento fisicamente in condizione di intervenire all'incontro indetto per ricordare il caro dr. Gianni. E me ne dispiace davvero, visto il significato che la manifestazione - dato il momento - assume. Nei periodi più bui, infatti, quando più forte s'avverte l'eclisse della morale e il disprezzo d'ogni regola di civile convivenza, ricordare i pensieri, le azioni, i giudizi di una persona che in vita ha promosso e difeso i valori del bello, del giusto e dell'autentico, aiuta a rafforzare lo spirito e a riaccendere la speranza.
Mario Arpea
5 febbraio 2011  


 
Inutile dire che ci mancherai, come pure le tua parole, le tue impuntature, le belle discussioni e la tua voglia di vivere e per fare fare fare.
Un abbraccio, Carla  


 
Carissimi Silvia, Pietro e Lorenzo,
grazie per aver comunicato con sms la notizia, temuta ed attesa, della fine del viaggio terreno di Gianni. È stato un privilegio averlo conosciuto, un privilegio aver cercato di percorrere un pezzetto di strada assieme. Non potrò essere presente ai funerali a Roma: sono dimessa oggi da un periodo di ricovero ospedaliero per polmonite ma il mio cuore e la mia preghiera saranno con voi ad accompagnare Gianni che continuerà a vivere nel cuore di molti di noi ed attraverso di noi potrà ancora parlare. In questi giorni di forzato cambio di ruolo in Ospedale mi son ritrovata tante volte a ricordare nelle quotidiane defaillance del sistema il nostro "paziente esigente" e la sua incredibile, civilissima battaglia, avendo ben chiaro sulla mia pelle stavolta cosa significa non comunicare in sanità... ho citato le sue parole ed il suo impegno in una memoria che qualcuno ha letto in una conferenza pubblica cui non ho potuto esser presente venerdì scorso, onorandomi di chiamarlo "il mio amico Gianni Grassi". I miei studenti dei corsi universitari di infermieristica si son formati conoscendo Gianni ed il suo impegno e continueranno a farlo anche ora che lui ha cessato di scrivere ma non di interrogare le coscienze di molti. Io sono credente e vivo nella certezza che Dio ha accolto fra i suoi giusti quest'uomo buono. Mantenete attivo il sito: grazie.
Anna Luisa  


 
Se avesse saputo Virginia avrebbe pianto, ma non lo farà. Forse la vedrai e ne parlerete. Manca a me tanto, mancherai tanto ai tuoi, tu te la ridevi quasi, pensando e lavorando, quando ci incontravi con Yvonne al parco. Io continuo, come sempre a fare il mio percorso a parabola spiovente, di malato consapevole e intransigente. Tu mi hai detto cose sui malati, Vir che mi manca mi ha detto cose sui malati, ma io che ancora son malato, dico cose sui malati anche ad altri malati ed a quei medici pazienti che servono me servendosi di me. Lo so che non se ne uscirà vivi, ma intendo posticipare, anticipando le mosse di un male troppo spesso lasciato alla sua deriva. Un saluto a te, un sorriso, arrivederci, un doloroso abbraccio a chi lasci da solo che so quanto può esser duro il ricordare e nella mancaza di Virginia sentirsi mancare. Li capirei comunque, ma sento il passo, ricordo le mattine a villa Ada, fugaci, rapide e pure speranzose, io con l'affanno, tu col tu dolore, tutti con una certa riluttanza a spingerci sull'orlo del dirupo e poi gridare aiuto. Ciao, pensa ai tanti che lasci che t'hanno amato e sii fiero di quello che hai donato. Da me, da Vir, da Yvonne che stasera lascio dormire un poco in pace, domani le darò questa notizia. Riposa, stai in pace, viaggia sereno. Io aspetto di salire sopr'al treno.
Mario  


 
Ti ho conosciuto 23 anni fa nella piscina comunale Gran Paradiso. Credevo che andavo in piscina a rilassarmi ma te con il tuo impegno, la tua forza, la tua solidarietà verso gli altri, insieme alla tua infaticabile Silvia, ci hai detto che bisognava lottare per il posto di lavoro degli istruttori di quel momento. Dopo ti ho visto sempre presente in tutte le iniziative internazionaliste in difesa dei popoli oppressi. Nella mia vita personale sei stato un punto di riferimento importante insieme a Silvia. Ricordo con affetto quando hai fatto il ",nonno adottivo" ai miei figli. Ci mandavi al cinema e tu ti incaricavi de dargli il biberon e di fargli dormire. Quante passeggiate a Villa Ada raccogliendo pinoli!!!. Nelle feste di compleanno dei bambini li incantavi leggendo le favole. Nelle nostre feste litigavi con i fumatori. Dopo quando sono arrivati i "veri nipotini" e chiaramente ti sei impegnato con loro non siamo riusciti a vederci troppo spesso. Ma per noi, al di là di vederci tutti i giorni, il rapporto era molto intenso e forte. C'erano tante cose che ci univano. Dopo la malattia, la tua lotta per la vita, la tua voglia di continuare, di fare. La tua lotta per un rapporto diverso tra medico e paziente. Fino all'ultimo instancabile. Fino all'ultimo presente. Noi ti ricorderemo sempre, e porteremmo dentro di noi i tuoi contributi, la tua intelligenza ed impegno. Continuerai a vivere nelle nostre storie e nei nostri cuori. Abbraccio solidariamente Silvia, Pietro, Lorenzo e tutta la famiglia.
Blanca  


 
Ciao Gianni, non so chi leggerà questa mail, se qualcuno la leggerà. So che non la leggerai più tu. Qui è tutto triste e ora sono più triste del tutto che ho intorno. Come ero solita fare ogni due o tre giorni ho fatto un giretto su internet per vedere se c'era qualcosa di nuovo sul sito e oggi ho trovato questo. Credevo che mi avresti aspettato Gianni: a marzo sarei passata a trovarti. Vi abbraccio tutti e mi dispiace tanto che non potrò essere lì per salutare Gianni con voi, comunque lui lo sa che lo sto salutando nella mia cerimonia privata qui tra me e me e lascerò il suo nome e un po' del suo ricordo nella martoriata terra di Palestina. Comunque vi sono vicina. Verrò da te al mio rientro, Silvia, almeno ti racconterò le cose che avrei raccontato a lui.
Anna  


 
Gianni, all'alba ascoltavo il canto degli uccelli e ti ho detto: "Ascolta Gianni, oggi puoi". Grazie amico.
Marida  


 
A Gianni, amico sincero. Con il tuo sorriso illuminavi il mio. Inizio giornata, tu che la mattina dividevi con me un caldo cappuccino e con il tuo arguto intelletto facevi sentire anche me un essere pensante. Mi mancherai tanto non so pensare il mio lavoro senza le nostre belle chiacchierate mi mancherà quel tuo gusto della polemica (ma mai senza ragione), la tua curiosità, e quel tuo continuare a far progetti. Tu che la malattia aveva reso invalido nel corpo ma certo non nella mente sempre impegnata sempre piena di vita e di voglia di vivere. Penso alle tue amatissime nipoti alla quali tutto il tuo amore e il tuo pensiero costante era riservato a quelle nipoti che tu dicevi essere la tua immortalità non ti vedranno più non le potrai accompagnare nella loro crescita ma io sono sicura che il ricordo della tua forte, nella sua dolcezza, personalità non le lascerà mai sole. ti voglio bene Gianni. La nostra conoscenza è stata breve ma per me ha voluto dire tanto, ti ringrazio di avermi onorato della tua amicizia e do un forte abbraccio alla tua compagna amatissima.
Stefania  


 
Oggi alle 15 circa è morto Gianni Grassi: l'ho appena saputo dal figlio Pietro. E sono commossa: l'avevo visto ieri, un piacevole incontro, come al solito, rallegrato da uno scambio di opinioni, di scritti, di speranze. Con la speranza di vederci entro fine mese. Ora insieme a voi che l'avete conosciuto, paziente esigente, o oratore giornalista magari un po' inopportuno a volte (ricordate all'ultimo congresso SICP!!!). Ho imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo da giugno in poi, da quando era ricoverato all'Hospice Antea. E ho avuto il privilegio di incontri frequenti, in agosto anche quotidiani. Di conoscere la sua serena e lucida consapevolezza della morte vicina. Ieri mi diceva le variabili che gli facevano dilazionare la data: il 'caso' (l'Oltre), Antea, l'équipe sofferente (la famiglia), se stesso, le nipoti, a cui voleva dedicare qualcosa per prepararle all'evento. Gli eventi l'hanno sorpreso: lo immagino ora... sarà ancora stupito di quanto forse non si aspettava! Lo spero, con la fede di chi crede nell'Oltre, per chi ha dato sincero affetto, onestà, coraggio in questo percorso accidentato. Grazie, Gianni, per avermi regalato la tua amicizia (don Camillo e Peppone?), e quella della tua splendida famiglia, e dei tuoi amici variopinti. Penso che mi mancherai. Se ti fa piacere, resterò accanto a mamma Maria, a Giorgio, a Silvia, a Pietro e Grazia, Lorenzo, e alle tue nipoti.
Ciao, suor Caterina  


 
Caro Gianni, la tua partenza non è stata meno dolorosa qui ad Amelia, dove pure olivi e querce secolari segnano il passaggio dalla vita alla morte con lo sguardo della natura che tutto comprende. Facevi anche te un po' parte di questo paesaggio e ti ricorderemo ogni anno quando raccoglieremo le olive e faremo la vendemmia.
Francesco e Maurizia  


 
Voglio polemizzare ancora con te... caro Gianni, sei stato sequestrato dalla malattia senza che questa rispettasse nessuna delle tue esigenze, dei tuoi progetti, ti ha portato via in un luogo lontano da tutto ciò che hai sempre dominato perchè ti era conosciuto. E ogni tua sicurezza, quanta forza e tenacia hai dovuto utilizzare per sopravvivere ogni giorno in quelle condizioni di strano "benessere" trascorsi come violenti fulmini in un giorno buio, a noi ipoteticamente "curanti" volevi che ci attraversasse e, di riflesso, cada su di te "grande curato esigente", "rompiscatole" con tanto di aggattimento, umanità, senso di responsabilità e grande senso di professionalità. Ognuno di noi, per quanto simile ad altri, è unico ed irripetibile caro Gianni cambia solo il modo in cui guardiamo le cose e le cose che guardiamo cambieranno. "La luce che c'è oggi vorrei che ci sia anche domani".
Marfeda  


 
Ciao Gianni, è tanto che ti ho perso di vista e così pure Silvia e Pietro e Lorenzo... Di voi il ricordo più vivo è a Lisbona nel 1975 alla "rivoluzione dei garofani": due famiglie in vacanza attiva al campeggio. L'ultima volta che ti ho incontrato eri nella tua dimensione di nonno, da poco acquisita e orgogliosamente assunta. Un punto in comune in più... in una vita che a partire dagli anni '70 si è dapprima intrecciata in fili più pratici e poi solo riconosciuta perchè mi pareva comunque che stessimo facendo la stessa strada, una coppia di lunga durata, amore, conflitti, ma tenacia. Così se pensavo quando riflettevo sulla mia dimensione di coppia con Sandro tu e Silva mi venite allo sguardo, in comune la resistenza anche nella fiducia e nell'amore. Resistenti ci si incontrava ai grandi raduni di popolo a livello nazionale, c'eravamo sempre anche quando altri compagni non li trovavamo più. Sono contenta di averti incrociato tante volte, sempre sorridente, sempre un po' matto, sempre nuovo, ma appunto sempre resistente.
Mariateresa (un abbraccio anche da Sandro)  


 
Caro Gianni, Grande, Generoso, Battagliero. Non potro’ mai dimenticare tutto il bene che hai fatto a mia madre e come sei stato presente nei nostri momenti cruciali. Stamattina ripensavo al vostro incontro nel lontano 1975 quando mia madre, durante un'intervista a Radio Città Futura aveva parlato con ammirazione del Dott. Brunori e della sua cara compagna Elvira conosciuti a New York. Sorpreso sei andato ad abbracciarla dicendole che Elvira era una tua parente e che avevi scritto la prefazione di un libro del Dott. Brunori "Il tuo Regno" edito da Guanda. È nata così la vostra fraterna amicizia e reciproca stima. Ti sarò sempre riconoscente per averla tanto aiutata, hai lottato con tenacia per farle ottenere la pensione, impresa difficile visto che aveva lavorato in diversi paesi Europei. Quando poi nel 1992 si è ammalata di Parkinson, ricoverata 3 mesi al San Camillo, ti sei prodigato per mantenere i contatti con i medici. In quel periodo sei stato di grande aiuto e un punto di riferimento. Dopo la morte di mia madre, è grazie a te se la Sellerio ha pubblicato la continuazione della sua autobiografia. Infatti il dattiloscritto era in suo possesso da oltre 5 anni ma la Sellerio lo riteneva troppo lungo e chiedeva di dimezzarlo. Con la tua pazienza, la tua precisione certosina, sei riuscito a ridurre il testo senza alterarne lo stile e i contenuti. Questi sono solo pochi esempi della tua grande generosità e disponibilità. Perdonami se stamattina non ho potuto cantare come avresti voluto, ma credimi non ci sarei riuscita, la gola era troppo chiusa dall'emozione. Ti prometto che quando canterò ti penserò, sono sicura che sentirai e sorriderai. Il ricordo che ognuno di noi lascia dipende da quello che si semina, per questo sarai sempre vivo nei nostri cuori. Grazie ancora caro Gianni a te e al Destino per averti messo sul nostro cammino.
Marilena Licitra/Occhipinti  


 
Cara Silvia, sono una amica-collega (Sede Regionale Inps) di Gianni. Ho appreso da Manuela la brutta notizia. Ieri a San Saturnino c'ero ma non mi sono presentata perchè avevo un magone terribile. Ho voluto bene, tanto, a Gianni, è stato un carissimo amico. Mi stimava sul lavoro e mi ha dato, insieme a Manuela tanta sicurezza. Ti voglio dire che, come a tanti di noi, mi mancherà moltissimo.
Gianna  


 
Caro Pietro, da tuo Papà ho ricevuto molto e imparato molto. Ho ammirato il suo spirito battagliero e la dignità con cui ha vissuto fino all'ultimo. Mi ha fatto capire che molto si deve fare per recuperare un rapporto fra due persone, il medico ed il Paziente, che troppo spesso rimane marginale e superficiale. I suoi consigli li porto nel cuore ogni giorno quando entro in corsia e cerco di trasmetterli ai giovani medici che lavorano con me. Sono vicino a te, a tuo fratello e alla vostra dolce Mamma a cui va un pensiero speciale.
Un abbraccio forte, Massimo  


 
Caro Gianni, ti ricordi la sera della befana, l'ultima volta che ci siano visti? È stata la prima volta che sono uscita dalla tua stanza con le lacrime che scendevano contro la mia volontà che non voleva piangere. Ho fatto in fretta ad asciugarle, andavo via con Pietro e mio figlio e di quelle lacrime mi vergognavo. È stato il tuo sguardo, mai casuale nè banale, a farmi capire: -hasta la proxima- ti ho detto, e tu per un attimo assente come chi, prima di parlare pensa bene alle parole da dire, mi hai risposto lentamente, guardandomi negli occhi -si alla prossima, la prossima...- E poi un lieve sospiro. Ho capito che quella volta era l'ultima per davvero ed ho sentito che lo sapevi anche tu. Per un mese ti ho pensato tutti i giorni e poi quella mattina non c'eri più. Invece no, non è vero. Compagno Gianni pensavi di cavartela così? Da giovane ho imparato che non basta la morte a cancellare la vita. I nostri morti vivono con noi, dentro di noi. Nella nostra testa e nel nostro cuore. Ho imparato che ti ci puoi fare anche una bella chiacchierata e pure due risate. Hei, Revolution man! Ti chiederò ancora aiuto, vorrò ancora il tuo punto di vista per sapere se sbaglio, soprattutto ricordami sempre di non arrendermi mai e insegnami la dignità. Porta pazienza. Il lavoro non è ancora finito.
Ciao, Laura
p.s. Una buona notizia: intanto ho smesso di accanirmi col mondo, sto provando ad aggattirmi. Miglioro no? Che ne dici?  


 
Caro Gianni, avevamo preso l'appuntamento per e-mail e sarei dovuta venire all'hospice giovedì pomeriggio, l'otto febbraio. Interpretando i tuoi bisogni, consultandomi anche con Silvia, volevo evitare che troppi visitatori si ritrovassero nello stesso orario a conversare piacevolmente con te e tra di loro intorno al tuo letto, rischiando però di stancarti tropo. Così ti ho scritto una mail che qui mi piacere riportare a testimonianza dell'ultimo scambio che abbiamo avuto. "Ciao Gianni, vorrei venire a trovarti giovedì. Dimmi quando preferisci se alle 3-3 e mezza o alle 5,30-6. Lo puoi decidere anche all'ultimo quando ti chiamerò come sempre prima intorno alle tre. Silvia mi ha detto che hai messo sul tuo sito l'agenda degli appuntamenti ma non l'ho trovata. In compenso ho trovato le tue osservazioni al manifesto di Pessina e altri, che mi piacerebbe discutere. Spero a presto, Roberta". Mi hai così risposto: "Cara Roberta, fossero tutti precisi come te... Per me sarebbe meglio alle 5,30-6. Silvia ancora confonde "sito" con "desk": il tentativo di calendario degli appuntamenti da tenere a portata di consultazione su pc non certo sul sito. Spero di riuscire a farglielo capire, in modo da non far perdere tempo ed energie agli amici. Nel merito di tutto ciò che espongo alla finestra del sito sono disponibile a conoscere e dialogare (mi piace di più che "discutere", dove sembra che una posizione debba vincere più che convincere). A presto, dunque. Gianni". Forse non te ne eri accorto o forse si, ma ho la mania della della precisione, e quindi mi ero sentita lusingata dal tuo grazioso riconoscimento. E da brava "signorina precisina", non voloevo perdere l'occasione del tuo ribotto a Silvia e così ti ho scritto: "Meno male che poi a Silvia scrivi quelle meravigliose poesie... Che vuoi, noi donne d'antan con i computer siamo un po' capre.. Dialogare va bene, per il resto come al solito prima di prendere la metro faccio uno squillo. Roberta". È l'ultima e-mai che ti ho mandato e purtropo anche l'ultimo contatto con te. Sono stata colpita da una violenta influenza e non sono potuta venire né alla chiesa di San Saturnino, né al Verano per la commemorazione laica. "Assenza, più acuta presenza": mi è rimasto un peso nel cuore. Mi è rimasto il compito che voglio intraprendere, in ragione del quale avevo cominciato a venirti a trovare. Assieme alla tempra del "paziente esigente" avevi la vocazione dell'intellettuale intransigente. In questo eri così diverso da me, dalle mie caratterische di "intellettuale dubbiosa". E curiosa. Nelle lettere che ci siamo scambiate, ci sono scambi tra noi che mi sembrano preziosi. Il compito lo continuerò. Tu non ci sei ma c'è tutto quello che hai scritto. E ci sono Silvia, Pietro e Lorenzo.
Grazie, Gianni, Roberta  


 
Mi manchi Gianni. Ti voglio bene.
Paolo  


 
Cara Silvia,

ti siamo vicini e speriamo di riabbracciarti presto. Non ci vedevamo spesso, eppure sapere
che Gianni non c'è più lascia un vuoto. Si sta facendo tardi anche per noi. Diamoci da fare,
come faceva lui.

Paolo, Stella e Rosanna

Cara Silvia e cari Lorenzo e Pietro,
purtroppo ho saputo solo adesso della morte di Gianni. E' stato per me un periodaccio, sono stato molto spesso fuori, ma ciò non toglie che mi rimprovero di non essere riuscito a passare da lui nell'ultima fase.
Ci siamo visti in ricordo di Massimo, ci siamo sentiti per e-mail, ci siamo scambiati documenti e libri, ma alla fine non ci siamo salutati...
Per fortuna mia, ho nitido il suo ricordo e il suo insegnamento, che coltiverò.
Vi abbraccio con affetto
Francesco

“Adesso anche io ho un amico”.
“E chi è ?”
“Gianni”

Mi dispiace, non ci sono potuta essere sabato lì con voi,con te, Silvia.  Avrei portato anche Arturo perché potesse salutare ancora una volta il suo amico Gianni. L’avrei portato perché potesse ascoltare la gente parlare di Gianni di modo da tenerlo per sempre ben impresso nella sua memoria. Vorrei che non dimenticasse mai di averlo conosciuto. Alberto ed io non lo faremo. Seguiteremo a parlarne e ad immaginarcelo lassù dove l’abbiamo conosciuto, ancora una volta ad accompagnare Arturo al triangolo , con i cavallini e le soste ad ogni segnale.

La prima volta che Gianni e Silvia vennero al Rifugio capii subito molte cose: la prima, che Gianni adorava i dolci. Panna cotta , mousse al cioccolato, crostate..Arturo lo guardava cercando di capire a quale specie appartenesse questo strano signore: sembrava grande, un adulto, però mangiava dolci come un bimbo e si divertiva a fare giochi che qualsiasi altro adulto non avrebbe sopportato per più di qualche minuto.

Non era né un adulto né un bambino, era Gianni.

Tra i nostri ricordi resterà indelebile il primo di tanti saluti tra  Arturo e Gianni, all’inizio del sentiero per Piani di Pezza. Era arrivato il momento della partenza per Gianni e Silvia; Arturo volle rimanere all’inizio del sentiero , aspettando il momento in cui non si sarebbero più visti perché ormai troppo lontani.  E poi sarebbe tornato più tardi, ci disse, poiché Gianni aveva promesso che l’avrebbe chiamato da fondo valle, una volta arrivato alla macchina. E così fece. Arturo ci fece rimanere per un bel po’ ad aspettare, venne il tramonto,ma aveva ragione lui, Gianni arrivò alla macchina e il nome di Arturo riecheggiò per tutta la valle, per tutto il sentiero, fino ad arrivare al Colletto di Pezza, al Rifugio Sebastiani, da Arturo, in attesa.

Quel giorno capimmo che Gianni era uno che manteneva le promesse.  Tornò sempre da Arturo, da noi, anche quando era malato, anche con la nipote Michela.

Giorni splendidi e indimenticabili, tra i miei ricordi più belli.

Eleonora


Scrivo queste poche righe per salutare un grande uomo che ho avuto l'onore e la fortuna di conoscere e con il quale ho potuto scambiare pensieri e opinioni nel corso di una lunga e stimolante corrispondenza. Questo fitto scambio epistolare ha costituito per me occasione di profonda e grande crescita.

Ricorderò sempre lo spessore, l'intelligenza e anche l'ironia - sebbene amara - con cui il Dr. Grassi affrontava la sua devastante malattia e le difficoltà che ogni giorno doveva affrontare con coraggio. In molte occasioni le sue parole mi hanno trasmesso un grande senso di forza e sono certo che rileggere le sue poesie e i suoi pensieri, in futuro, mi sarà di grande aiuto nei momenti di debolezza. Il Dr. Grassi mi aveva infatti sostenuto e consigliato nel corso della campagna elettorale per la mia candidatura al Senato e anche nei primi mesi della presidenza della Commissione sanità. Leggevo sempre con vivo interesse i suoi commenti e le sue considerazioni, e mi è stato davvero di grande aiuto molte volte.

Spero profondamente che i suoi amati figli, di cui mi aveva parlato con affetto sincero, manterranno attivo il suo sito, affinchè tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscere il Dr. Grassi potranno in ogni momento rileggere i suoi pensieri e le sue parole, e farle leggere ad altri.

Personalmente continuerò a farlo con gioia, con il ricordo sempre vivo di un uomo con uno spessore intellettuale ed una umanità rari di cui oggi giorno si sente davvero la mancanza.

Esprimo le mie più sincere condoglianze a tutti i suoi familiari per questa grande, dolorosa perdita.

Ignazio R. Marino

In ricordo di Gianni Grassi

La generosità politica del paziente esigente

Un amico pittore ha scritto che l’individuo è nel volto. Non so  disegnare, ma penso sia vero. L’espressione del viso di Gianni Grassi era il risultato di un’esistenza convinta, sempre alla ricerca di qualcosa che confermasse la convinzione che il giorno che arriva non potrà che rivelarsi nuovo. “Sto per scoprire qualcosa di straordinariamente importante: come si muore”, mi disse l’ultima volta che ci incontrammo. Ricordo con tenerezza tanto i suoi occhi quanto lo sguardo interrogativo del giovane redattore che aveva intercettato quella frase nel corridoio della casa editrice. Era venuto a trovarmi, Grassi, solo pochi giorni prima che la malattia impedisse per sempre i suoi movimenti. Lui a trovare me, con l’incredibile naturalezza di chi pensa che un mondo capovolto sia ancora possibile.

Pochi mesi prima avevo provato a fargli cambiare idea: possibile dirsi “paziente esigente”? La parola “paziente” a me così invisa era la più adatta al suo sorriso. Come fai ad essere così sereno? ho pensato ogni volta che ci siamo incontrati o parlati. Serenità conquistata con una vita intensa, serenità costosa, come mi scrisse una settimana prima di morire: “La mattina all'alba, mentre mi risveglio chiedendomi ‘che giornata sarà? sarà valsa la pena?’, a lei posso dire che tuttora mi faccio dei bei pianti consolatori / riparatori / preparatori alla fatica - a volte - di mostrarsi normale, soddisfatto, quanto meno rassegnato”. La quieta inquietudine di chi è riuscito ad essere consapevole di se stesso nel mondo – nel proprio quartiere, nei luoghi familiari di appartenenza politica, nel proprio paese – con l’intelligenza di chi è diventato capace di acquistare una misura di distanza dal proprio corpo senza mai cessare di amarlo.

La parola “paziente” non ha voluto abbandonarla perché sapeva, evidentemente, di averne a pacchi, di pazienza. Indispensabile nel lavoro quotidiano per una medicina più umana; che non fosse chiamata a ripristinare condizioni “naturali”, piuttosto laicamente esortata a sostituire la tecnologia con le coccole. Nell’essere “paziente” era la naturalezza di non nascondere l’infermità, di non considerare la malattia un’alterazione quanto piuttosto il manifestarsi della verità della vita. Il giorno che sentii il gioco di parole da lui inventato – e divenuto una sorta di manifesto-programmatico dei suoi ultimi anni – ebbi la conferma della possibilità di offrire soluzioni semplici a problemi troppe volte resi artificialmente complessi: all’accanimento terapeutico andava sostituito l’aggattimento terapeutico. Nel morire si ha bisogno di tenerezze, di calore, di fusa.

Rientrando in casa la sera del 6 febbraio ho intruppato su uno scaffale della libreria ed è caduta la vecchia copia di “Lettera a una professoressa”, della Scuola di Barbiana. C’è chi legge nei fondi di bicchiere e chi nei libri per trovare risposte. “Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”. La generosità di Gianni era sì umana, ma anche profondamente politica. La generosità estrema di chi non riesce a pensare di risparmiare se stesso.

Luca De Fiore

Per Gianni
E in risposta a un prete che non conosce la carità, cristiana o meno che sia.

Gianni è qui con noi,
è nei nostri cuori e nelle nostri menti
e ci resterà per sempre.

E’ negli occhi di Silvia
intensi e inarrendevoli
come sempre,
solo un po’ più trasparenti
per il velo di dolore
che non riesce a raffrenare.

lì lo ritrovano gli amici
ancora attoniti
che cercano l’un l’altro di capacitarsi
di un evento tanto annunciato
ma che per amore e per timore
ancora tenevano lontano.

Gianni c’è.
E’ nel modo sereno e sorridente,
sorprendente solo per chi
non conosce i Grassi,
con cui Pietro e Lorenzo
e le dolci nuore raccontano
fatti, incontri, incombenze
delle ultime ore fatali.

E’ nelle fiabe che
Giorgia, Michela, e la piccola Irene
così come Samer e Arturo
e ogni bimbo che lo ha ascoltato,
da adulti, sapranno narrare ai loro bambini
provando a rendere vivi,
alla maniera del nonno,
gli orchi e le fate, i re e i pollicini.

E’ nel tramonto del sole dietro Palmarola
che non potremo non godere
nello stesso silenzio magico
che ci avvolgeva  e ci faceva sentire
una cosa sola con il mare, la roccia
e il profumo delle viole.

E’ nelle inflorescenze,
negli aghi di pino,
perfino nella polvere estiva che lo faceva irritare,
nel cielo mattutino della villa,
sfondo irreale per la lettura nel giornale
dei fatti di un mondo ingiusto e immorale.

È nelle scelte di vita,
negli ideali comunisti
che sfrontatamente
contro ogni ragione e argomentazione
con lui e per lui,
continueremo caparbiamente
a ricercare


M. Grazia



Carissimi Silvia, Pietro, Lorenzo, Mariolina, Giorgio, Annamaria e Famiglia

Grati che il nostro caro Gianni non soffra piu' riempiamo il vuoto che ha lasciato nei nostri cuori celebrando la  sua straordinaria vita.

Si dice che “Una Vita Bene Spesa Lunga E’” e di certo, l’ammirevole e ben vissuta vita di Gianni Grassi  sara’ giudicata dall’impatto delle sue azioni a servizio dell’umanita’.

Lo ricorderemo sempre come un uomo d’azione, il quale ha vissuto la propria vita pienamente anche nella sofferenza. La sua vita e’ stata costellata di  forza, intelligenza, cultura,  creativita’,  azione sociale, e coronata da una capacita’ reattiva che gli ha consentito di affrontare anche la sua malattia con dignita’, grazia, coraggio e fortezza d’animo, continuando fino all’ultimo a lottare per se e per gli altri.

Ho conosciuto Gianni nel lontano 1961. Eravamo legati dal nostro mutuo affetto per Nicola Brunori, un medico, amico ed umanista il quale fu il grande sostegno degli Italiani di New York, e per la nostra carissima Elvira Franceschini Riggi, zia di Gianni, e nostra amata zia adottiva.

Ho parlato con Gianni  nel mese di maggio, per caso, quando ha risposto al telefono a casa di Mariolina. Abbiamo parlato dei libri diella mia compaesana Maria Occhipinti i quali Gianni mi spedi’ il 31 maggio. Quando non lo trovai in casa per ringraziarlo via telefono, seppi che era stato ricoverato all’Hospice Antea.  Gianni ha continuato a vivere, a scrivere ed a comunicare le proprie idee. Siamo rimasti in contatto attaverso messaggi e-mail ai quali rispondeva puntualmente. Ammiravo la sua calma anche al telefono e gli aggiornamenti del suo web-site. Rileggo anche adesso i suoi messaggi e trovo conforto nella ricchezza del suo web-site.

Gianni ci manchera', ma continuera' ad esserci vicino attraverso i suoi scritti ed i bei ricordi che conserviamo nel cuore e nella memoria.

Da parte mia e di mio marito, Howard La Marca, offriamo a tutti in famiglia le nostre piu’ sentite condoglianze.

Giovanna Bellia La Marca, New Jersey, U.S.A


Cara Silvia ho saputo per caso della morte di Gianni. Non ho dimenticato le esperienze di lotta  e di riflessione perché la scuola servisse a formare giovani capaci di gestirsi la vita e di essere cittadini.  Gianni ti era di sostegno. Per questo mi sento coinvolto nel tuo lutto e nel ricordo
Ti abbraccio Marcello Vigli

Gloria a Gianni, e alla moltitudine di esseri viventi che l'hanno, e ci hanno, preceduti.
In memoria di mia Mamma, Edda, morta il 5 ottobre 2006, alle ore 5,25 del mattino.
Dopo una breve carriera di paziente oncologica - 2 anni -, ha esalato l'ultimo respiro all' Hospice della Casa di Cura di Pineta del Carso di Aurisina (TS), circondata dalle cure professionali e Umane di tutto il personale.
In ricordo di tutta la gente che ho visto morire nel tempo del ricovero di Edda.
Per  noi che rimaniamo ancora un po' , Voi siete ancora qui, con affetto
e in  libertà
ciao
Maurizio

Ho saputo dell'iniziativa, è bella e va fatta.
Mi spiace per non essere potuto venire alla cerimonia laica, ma avrei pianto e dato un pessimo esempio.
Tutto mi ricorda o Virginia od Augusto, e mi riesce difficile tenere un contegno.
Già ora che vi scrivo, stillo.
Sarà lo stress o l'allegria della giornata solare....
Sono convinto sia una buona idea, spero che ci si riesca, abbiamo cercato tanto anche noi di intitolare un Albero ad Augusto, ma non ci siamo riusciti ; e Gianni neanche ci è riuscito anche se ha tentato, ho saputo, speriamo di farlo noi per lui.
Con tutto il nostro rammarico e conforto
Un abbraccio
Yvonne e Mario


Cari Silvia e Lorenzo, pare strano ma solo in questi giorni ho saputo della morte di Gianni. Sarà perché sono stata in questi ultimi tempi molto presa per la grave malattia e morte di una carissima amica di tutta la vita e sono stata spesso a Ferrara da lei ( per fortuna sono finalmente in pensione). Vi penso nel vuoto che Gianni ha sicuramente lasciato in voi. Prima di tutto per il suo carattere, di cui, pur non conoscendolo a fondo, avevo subito percepito tutta la forza vitale, ma anche per averlo assistito nei lunghi mesi della sua degenza. So per esperienza diretta cosa vuol dire assistere per mesi un persona amata che si vede allontanarsi da noi....
Spero di vedervi e di darvi il mio abbraccio di amicizia nel ricordo di Gianni che resta per me una figura indimenticabile
Antonia


Caro Gianni,

sono qui per dirti grazie !

Ho avuto la fortuna e la gioia di essere il tuo medico di famiglia e desidero dire grazie al mio “paziente  esigente “ che ha saputo fare della sua esperienza personale di malattia e sofferenza uno strumento di crescita non solo per sé ma soprattutto per tutti i malati e sofferenti e per i medici che lo hanno incontrato.

Gianni ha avuto sempre il coraggio di lottare con intelligenza e onestà per il rispetto, la comprensione,l’amore di cui tutti i malati hanno diritto.

Ringrazio la moglie Silvia, i figli Pietro e Lorenzo, la mamma Maria, il fratello Giorgio e tutti i suoi cari che gli sono stati sempre vicino.

Ringrazio tutti i colleghi ed operatori dell’Antea per tutto quello che hanno fatto per lui.

Arrivederci Gianni, una persona veramente speciale,

Paola

(la tua dottoressa "di base", da te ribattezzata il tuo “angelo custode")


Li abbiamo conosciuti,Silvia e Gianni, mia moglie ed io perchè nel
periodo estivo ci "arrampicavamo" a" u' nidu d'u' farcone" la casa di
Silverio Corvisieri e Milena Sarri che dominava sulla baia di Chiaia di
luna a Ponza; l'arrivo di Gianni,perfetto rocciatore,era uno spettacolo
di forza,serenità e,con pacatezza,si riprendeva il filo delle reciproche
confidenze lasciate in sospeso l'anno prima: i figli,i nipoti,la
politica,il "vino" di Ponza prodotto da Milena,la bellezza di Palmarola
che si stagliava all'orizzonte,la politica.....;Silvia,negli ultimi
tempi quando il male di Gianni era già avanti,lo "nutriva" di sguardi
rapidi ed improvvisi d'amore e le ore trascorrevano così in fretta che
Lucia(mia moglie) ed io commentavamo,scendendo all'imbrunire verso
Ponza,la solarità della coppia( io li chiamavo Filemone e Bauci),la
forza del loro rapporto,la fiducia di Gianni nella capacità dell'uomo di
creare il bene dopo aver fatto del male,consapevoli di quanta serenità
ci trasmetteva il fugace ed annuale incontro.
Ritengo che dedicargli un largo di Villa Ada sia bello e sottoscrivo con
mia moglie la proposta: diffonderò questa mail agli amici perchè,a
proposito di Filemone e Bauci-Gianni e Silvia,come commentava
Ovidio,"gli uomini pii sono cari agli dei e coloro che li onorano
vengono onorati"
Per coloro che vogliono sapere di più su Gianni( e vogliono leggere le
sue tenere poesie mentre affrontava la fine) il sito è www.giannigrassi.it
Lucia Dicursi e Cosimo De Falco


HO VISITATO CON INTERESSE IL VS SITO CHE MI E' STATO SEGNALATO DA PINO LENA.
APPREZZO LA BATTAGLIA DI GIANNI GRASSI. CERCO DI PORTARNE I PRINCIPI NEL MIO
LAVORO DI MEDICO E DI DIRETTORE GENERALE. GRAZIE
MAURIZIO PORTALURI

Sono subito corso al sito di Gianni e vi sono rimasto a lungo in preda a profonda commozione
fra un turbinare di memorie.
Quando mi hai dato la notizia lì alle Colonne, ti confesso di aver per qualche momento faticato
a focalizzare la persona, gli eventi connessi, ormai lontani.
Il suo essere alieno, la sua incrollabile utopia, una fede, direi, l'incomunicabilità con il
nostro mondo di pigra burocrazia, di falsa e ipocrita efficienza.  I suoi "scandalosi" interventi
alle riunioni. La sua ingovernabilità, lo sdegno attonito di troppi nostri colleghi.....
Mi conforta il ricordo di alcuni momenti, nelle pause, di fraterno dialogo, pochi purtroppo,
quando mi confidò, sconfortato, che lì ero l'unico col quale riusciva a trovare momenti e ragioni
d'intesa.
Poi l'ho perso di vista, come del resto tanti altri con i quali pure per lunghi anni si può dire abbia convissuto.
Ho firmato, anzi 2 volte perché mi pareva che la prima non fosse stata acquisita.
Conosco l'Antea dove una signora amica finì i suoi giorni 2 anni fà.

Nicola

A Gianni

E’ passato un po’ di tempo ma
passare davanti all’ Antea mi emoziona
e tu sai cosa intendo;

vorrei entrare forse per un breve saluto
forse per sentirti ancora,
forse per chi sta soffrendo,
per quelli che come a te
la malattia gli ha cambiato la vita.

Per quelli che non trovano più la forza di sorridere come prima
per quelli che non riescono più a fare l’ amore
ma continuano comunque ad amare la vita mentre consapevoli,
che gli sta sfuggendo
continuano ad elargire sorrisi e buoni consigli come se andarsene,
tutto sommato,
fosse cosa gradita.

Con un bacio alla luna
uno alle stelle
ed una alla vita

Ti mando un abbraccio ed un sorriso dal cuore

Ciao Gianni
Massimo Trinchero

Gianni , l’uomo scomodo che non si piega
Che non cerca l’armonia
Che insegna che l’armonia senza lo scontro non vale
Vale l’armonia ruvida, che sopravvive e si nutre dello scontro
E si fa così incontro
L’uomo che non da nulla per scontato e ti costringe a smontare, rivedere, spiegare, rendere ragione di quello che fai.
Perché dietro a ogni suo gesto, ogni sua parola, ogni suo atto c’è una scelta, sofferta, pensata, contrastata, pignola, paurosa, ma una scelta, con cui eri costretto a confrontarti
Gianni non passa senza lasciare tracce.
Gianni sposta tutto, guarda dietro gli angoli, alza i tappeti.
Non puoi fermarlo, anzi fallo passare come un benefico vento che strappa tutte le sciocchezze e rinforza le radici delle cose veramente importanti.
Gianni non si adatta al mondo, non lo accetta com’è, non si accontenta, non si arrende e ti costringe ugualmente a non accontentarti, a non adagiarti, a non adagiarti su abitudini, su compromessi, su mezze misure.
Non sai mai, quando stai con Gianni, quello che succederà,
se alla fine dell’incontro sarete ancora fratelli
o invece avrai incontrato la sua ira.
E cerchi così di raggiungere la fiducia di un rapporto, di un amicizia, di essere passato al di là, di saperti amato, considerato, perché anche Gianni sa di essere comunque amato, stimato, accolto.
Gianni sceglie le parole.
Anche qui non si adatta alla lingua ma la fa sua.
Come sua, irrimediabilmente sua ha fatto tutta la sua vita.
Gianni si da, ma come ogni dono vivo non si fa mettere dove vuoi.
Si fa largo. Si fa posto, si trova il suo posto.
Ti costringe a fargli posto a dargli il posto che merita, che chiede magari un modo prepotente, sfidando la tua capacità d’ascolto.
Sa riconoscere il rispetto, l’ascolto, l’onestà, la fragilità, ma non tollera l’ipocrisia, la falsità, l’imbroglio.
E poi Gianni gioca.
Ha il dono infantile, divino di arrivare al culmine dello scontro, al culmine dell’irrigidimento dove nulla può far tornare indietro e poi… con un sorriso beffardo lo scopri dietro di te, rassegnato, disperato forse, ma divertito di aver raggiunto anche quell’altezza, di aver ancora una volta rischiato di perdere veramente tutto per poi potersi ritrovare di nuovo insieme abbracciati.
Gianni parla di cose profondissime.
Si muove come un iceberg, profondo , rigido, con radici profondissime, ma pronto a sciogliersi nell’amore, nella bellezza, nel gioco.
Gianni ci tiene, si arrabbia perché ci tiene alle cose, alle persone, a ogni cosa,
e poi , quasi accorgendosi di aver esagerato, sorridendo imbarazzato, sfiorando con gli occhi la possibilità di dirti scusa, sorridendo come a dirti:”Ma sul serio ci sei cascato? Ma sul serio hai ascoltato e dato importanza quello che dicevo?”
E ti ringraziava con gli occhi del meraviglioso gioco che si era riusciti a costruire senza bisogno di dirsi nulla.

Nanni

28 maggio 2007

Caro Gianni, ti saluto con le stesse parole da te usate.
E’ un’altra parte di noi che se ne va.
Di quello che resta di noi.
Ma tu, Gianni, sei andato via solo materialmente.
Di te resta tanto: il tuo spirito, la tua generosità, la tua dedizione.
Ci ritroveremo.

Mirella

6 giugno 2007


Gianni caro…. è stato bello e commovente l’altro giorno rincontrarti “ufficialmente” a Villa Ada,
ti immaginavo lì vicino a noi tutti, emozionato, sorridente e fiero con i tuoi familiari e gli amici cari… anche i rappresentanti delle istituzioni, che ti conoscevano e apprezzavano, hanno parlato col cuore e destato ricordi e risonanze….e poi… ci hai preparato un silenzio e un sole bellissimi, alberi smaglianti, prati puliti dalla pioggia e da Silvia! e anche una panchina per poter tornare in quel luogo speciale per un rifornimento affettivo e morale…
Quel giorno, il 6 febbraio, c’era anche una grande commozione, che Lorenzo, a nome di tutti, ha espresso con le sue lacrime, ma anche il piacere di essere lì tutti insieme a ricordarti ed onorare il generoso amico e il “libero pensatore”, che nella targa non era stato possibile inserire…
Sapevi di essere stato importante per la vita di tante persone?
Hai lasciato una grande eredità d’affetti, di pensieri e di insegnamenti di vita…perfino quello di come vivere il tempo della fine…
Volevi vita intorno a te anche durante il ricovero in hospice, ricordo che alcune volte ero insoddisfatta di non poter stare tranquillamente sola con te...ma ciò che tu volevi per te e per noi era sperimentare il più possibile una pienezza di relazioni, di scambi e ci sei riuscito…
Un’altra tua preziosa e non comune qualità era il riconoscimento del valore dell’altro, trascrivo qui piccole parti di alcuni tuoi messaggi rivolti a noi del Gruppo Eventi…..

Non potrei che usare le stesse tue parole per ringraziarti e salutarti ancora…
“ Sappiate che vi sento tutti vicini spiritualmente a prescindere dalla presenza fisica e vi sono grato per tutto il lavoro fatto insieme. La risonanza culturale colta nel gruppo fin dal 1997 e coltivata in questo decennio, pur offuscato dalla malattia, ancora mi vibra dentro e mi dà speranza. Ho capito che anche da lì mi viene quella forza d’animo o wit che mi consente di continuare a vivere nonostante sia stato depredato del tesoro cui tenevo e purtroppo ancora tengo di più nella mia vita: l’autonomia, l’indipendenza, fisica sì ma soprattutto morale, politica, scientifica”.

E sentite che apprezzamento per i libri del Gruppo Eventi, a cui con generosità ha collaborato….
“Posso dire una cosa grossa ma autentica (che bisogno avrei di raccontarvi palle da un letto di hospice?) me li leggo e rileggo, a pezzi e bocconi, sento che mi stanno aiutando a prepararmi meglio a lasciare la vita, quella vita che pure mi piace tanto, e - perché no? - a lasciare in dono ai miei (tutti, familiari, amici, compagni, eventini, lettori) una più acuta presenza, perché anche da giorni come questi –inquinati dalla violenza e dall’ipocrisia- nascano i giorni da dedicare alla comunicazione e alla convivenza…A me danno linfa vitale proprio perché parlano del morire (non in astratto, non in teoria) e mi confermano nella aspettativa di morire bene, cioè non solo in dignitosa assenza di dolore (premessa di ogni discorso serio) ma in presenza di una rete di relazioni vere fino all’ultimo respiro, allora grazie, grazie ancora”.

Grazie a te, Gianni caro, per la tua presenza autentica e per il tuo esempio di vita
l’amica Livia e il Gruppo Eventi

Livia Crozzoli Aite

12 febbraio 2008



La fortuna di conoscere Pietro e il suo mondo...la sua famiglia....I Genitori.

Peccato però che l'adolescenza è ribellione. Ero piccolina, troppo piccola per avvicinarmi in profondità ai genitori e poterne così apprezzare l'essenza.
Ma certo se Pietro è l'Uomo che è, e che già era...

Conosco solo oggi il sito... quello che è successo.

i sentimenti, le emozioni, i ricordi...
è un po’ come cercare di percorrere un sentiero di fondo con una bufera di neve...ma no c'è un sole caldissimo, no freddo, un panorama fantastico...no non si vede nulla...

mi dispiace davvero tanto per il vostro dolore, ma so quanto lui è in voi e quanto,  quanto di veramente bello vi appartiene.

elsa

12 febbraio 2008
 
 


 
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